Domenica sera, quindi sono un po' triste, come tutte le domeniche sera!
Il motivo è quella stranissima sensazione di malinconia/angoscia che mi prende quando il sole sta per tramontare, ponendo fine al giorno di festa. Io e ciccikamon l'abbiamo soprannominata "sindrome della domenica sera". Non so se capita a qualcun altro. Devo dire che era più forte e più presente quando andavo a scuola. Mi ricordo ancora le domeniche della mia infanzia...la sera era terribile: c'era la doccia, la cena (in genere avevo le orecchiette del mezzogiorno scaldate, che mi piacciono anche) e poi in TV davano quasi sempre i puffi...poi a letto...mi ricordo la malinconia di quei momenti.
E così è, a distanza di anni c'è ancora. Naturalmente è più forte nei giorni in cui il lunedì ho delle cose da fare, specie se non sono cose piacevoli (come domani).
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
(G. Leopardi)
1 commento:
anche noi abbiamo la sindrome della domenica sera!!! quando la festa finisce e si torna a lavoro... eccola ... la sindrome.
Yuri e Isabelle
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